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15/03/2019
La Sfida Virale che Salva il Pianeta
Il web è un luogo molto strano. Permette di parlare con individui dall’altra parte del mondo in tempo reale, ma contemporaneamente isola dalle persone che si hanno vicino; rimuove le distanze materiali ma crea muri invisibili.
Forse è proprio la solitudine intrinseca che i nativi digitali conoscono fin troppo bene a spingerli a trovare elementi di contatto con gli altri, qualunque essi siano, perché far parte di qualcosa di più grande è meglio che restare soli.
Così sono nate le Challange, vere e proprie sfide tra sconosciuti che, di volta in volta, eseguono le azioni più disparate solo per gridare al mondo “io c’ero”. Ovviamente tutto rigorosamente filmato e condiviso sui social, perché lo scopo è proprio questo, no? Farsi notare.
Negli ultimi anni sono state decine le sfide che hanno fatto il giro del globo. Tra le più famose forse ricorderete la Ice Bucket Challange, ovvero il versarsi in testa un secchio pieno di acqua ghiacciata. Lo scopo era aumentare la consapevolezza sulla SLA, la malattia debilitante di Stephen Hawking.
Altre erano innocue e divertenti, come l’Harlem Shake e la Mannequin Challange, dove rispettivamente si ballava in maniera convulsa oppure si rimaneva completamente immobili, come manichini.
Sfortunatamente però, la maggior parte delle Challange metteva a repentaglio la vita degli esecutori e, in estremi casi, anche dei semplici passanti. Un clamoroso caso è stato quello del Knock Out Game, dove si tiravano violenti pugni sul volto degli sconosciuti cercando di far perdere loro conoscenza con un colpo solo.
Altre ancora hanno visto i protagonisti darsi fuoco, infilarsi preservativi nel naso e farli uscire dalla bocca, ingerire detersivo o saltare sopra le vetture in corsa. Insomma, tutte cose autodistruttive e poco intelligenti.
Immaginate la sorpresa allora, quando qualche giorno fa un giovane ragazzo americano, Byron Romàn, ha lanciato una sua sfida personale quasi per scherzo, la Trashtag Challange, e il mondo l’ha accolta positivamente.
Cos’è?
Byron ha pubblicato due foto: il prima e il dopo di un parco pieno di rifiuti che lui ha minuziosamente raccolto e insacchettato, quindi ha sfidato tutti i suoi coetanei a fare lo stesso nei propri Paesi. Nel giro di pochi giorni, i giovani di tutto il mondo l’hanno imitato, condividendo fotografie di campi, spiagge e strade disseminate di immondizia completamente ripuliti. A loro volta hanno lanciato la sfida, facendo diventare virale il messaggio più prezioso in assoluto: salvare il pianeta dall’inquinamento.
E voi, accoglierete la sfida per un domani più verde?
Il web è un luogo molto strano. Permette di parlare con individui dall’altra parte del mondo in tempo reale, ma contemporaneamente isola dalle persone che si hanno vicino; rimuove le distanze materiali ma crea muri invisibili.
Forse è proprio la solitudine intrinseca che i nativi digitali conoscono fin troppo bene a spingerli a trovare elementi di contatto con gli altri, qualunque essi siano, perché far parte di qualcosa di più grande è meglio che restare soli.
Così sono nate le Challange, vere e proprie sfide tra sconosciuti che, di volta in volta, eseguono le azioni più disparate solo per gridare al mondo “io c’ero”. Ovviamente tutto rigorosamente filmato e condiviso sui social, perché lo scopo è proprio questo, no? Farsi notare.
Negli ultimi anni sono state decine le sfide che hanno fatto il giro del globo. Tra le più famose forse ricorderete la Ice Bucket Challange, ovvero il versarsi in testa un secchio pieno di acqua ghiacciata. Lo scopo era aumentare la consapevolezza sulla SLA, la malattia debilitante di Stephen Hawking.
Altre erano innocue e divertenti, come l’Harlem Shake e la Mannequin Challange, dove rispettivamente si ballava in maniera convulsa oppure si rimaneva completamente immobili, come manichini.
Sfortunatamente però, la maggior parte delle Challange metteva a repentaglio la vita degli esecutori e, in estremi casi, anche dei semplici passanti. Un clamoroso caso è stato quello del Knock Out Game, dove si tiravano violenti pugni sul volto degli sconosciuti cercando di far perdere loro conoscenza con un colpo solo.
Altre ancora hanno visto i protagonisti darsi fuoco, infilarsi preservativi nel naso e farli uscire dalla bocca, ingerire detersivo o saltare sopra le vetture in corsa. Insomma, tutte cose autodistruttive e poco intelligenti.
Immaginate la sorpresa allora, quando qualche giorno fa un giovane ragazzo americano, Byron Romàn, ha lanciato una sua sfida personale quasi per scherzo, la Trashtag Challange, e il mondo l’ha accolta positivamente.
Cos’è?
Byron ha pubblicato due foto: il prima e il dopo di un parco pieno di rifiuti che lui ha minuziosamente raccolto e insacchettato, quindi ha sfidato tutti i suoi coetanei a fare lo stesso nei propri Paesi. Nel giro di pochi giorni, i giovani di tutto il mondo l’hanno imitato, condividendo fotografie di campi, spiagge e strade disseminate di immondizia completamente ripuliti. A loro volta hanno lanciato la sfida, facendo diventare virale il messaggio più prezioso in assoluto: salvare il pianeta dall’inquinamento.
E voi, accoglierete la sfida per un domani più verde?
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